"Al canto delle Sirene"

Continua il mio viaggio nei simboli del Medioevo. Oggi tocca alla sirena a due code.
La sirena è tra le creature mitologiche forse la  più rappresentata.
Il primo ricordo che lego a questa figura mi riporta ad una delle tante leggende che abitano le mie zone e, più nel particolare all'Isola Li Galli o "Dei Galli" come viene comunemente chiamata. Isola che appartiene al comune di Positano e ne "controlla" da lontano le rive, trovandosi di fronte ad essa.
La sua storia viene a coincidere con l'immagine delle sirene arcaiche dell'arte greca che le vedevano raffigurate come esseri a metà tra una donna e un uccello. Infatti, l'isola abitata fin dai tempi dei romani, deve a loro il suo nome che, credendo fosse dimora di queste creature la chiamarono, " Li Galli".
Le leggende fanno coincidere con questa interpretazione anche la mitologica vicenda di Ulisse, nell'Odissea di Omero.
Le forme di questa creatura sono cambiate nel corso del tempo e dall'immagine arcaica si è arrivata a quella che oggi tutti conosciamo, ovvero quella che identifica le sirene come creature con busto femminile e corpo di pesce.
Nell'arte romanica le ritroviamo spesso scolpite nei capitelli delle cattedrali a rappresentare il male ed il peccato che, seppur sempre in agguato, è mascherato dietro forme seducenti.
Realizzando questo progetto ho sempre tenuto in mente le parole della mia maestra scultrice e ceramista che, un giorno, vedendomi scoraggiata mi disse: " Se l'hai immaginato, significa che puoi farlo."
Anche se ancora tanto devo studiare, questo è un insegnamento che non scorderò mai e che custodisco gelosamente. Parole che "ascolto" ogni volta che non mi sento all'altezza, un po' come il canto delle Sirene ma per riportarmi in un porto sicuro.




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