"In barba alla Chimera"


Tempo fa sfogliando un libro di storia dell'arte medievale mi sono imbattuta in un bassorilievo raffigurante la testa di un leone con le fauci spalancate.Da lì è stato facile andare indietro nel tempo e ripescare dal cassetto dei ricordi il mito della Chimera. Un mostro, questa volta terreno, con parti del corpo di animali diversi. Aveva infatti la testa di leone, il corpo di cavallo, una testa di capra sulla schiena e la coda di un serpente. Sputava fuoco dalla bocca e la sua coda era velenosa.
La sua morte coincide con l'eroe Bellerofonte, pupillo di Poseidone, dio del mare. Quest'ultimo gli regala Pegaso, il cavallo alato nato dal sangue della Medusa che abbiamo trattato nel post "Tra mito e stelle", che l'eroe riesce a domare grazie ad una briglia d'oro.
Sul cavallo alato, Bellerofonte, armato di arco e di lancia, si calò in picchiata sul mostro, conficcandogli la lancia nella gola. La punta di piombo dell'arma, con il calore fuse uccidendo la Chimera.
Tornando al bassorilievo, mi è piaciuto così tanto che ho deciso di "adottarlo" e di farne la testa della mia Chimera.
Ed ecco che dove c'era una volta l'argilla....









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