La scorsa estate mi è venuta l’idea di dare vita alla Pistrice, raffigurata in un bassorilievo sul campanile della Chiesa Madre di
Positano.
Probabilmente, per chi, non è come me del luogo, questo nome
non gli ricorderà molto.
La Pistrice era una creatura degli abissi che si dice sarebbe
vissuta nelle acque di Positano.
Un “mostro” marino buono, a metà fra un drago e un pesce.
Nel bassorilievo viene rappresentata con le fauci spalancate, intenta a mordere
uno dei sette pesci che la circondano. Ha grosse zampe anteriori con lunghi
artigli da uccello rapace, mentre la parte posteriore è formata dalle spire di
un serpente con la coda affusolata.
Un discorso a parte va fatto sulla tecnica di cottura che ho
adoperato per cuocerla, detta a riduzione.
Questa cottura, infatti, avviene in assenza di ossigeno e
dona al pezzo il caratteristico colore nero.
Mi sono, quindi, ispirata a tale figura per celebrare la mia
terra, che tra le tante cose offre anche leggende e simboli, appunto, come
quello della Pistrice.
Ed ecco che dove c’era una volta l’argilla…
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