"Era il profumo del vento"

Uno dei primi romanzi che ho letto di Paulo Coelho è stato l'Alchimista.
Santiago, giovane pastore andaluso che intraprende un viaggio che lo condurrà fino alle Piramidi dell'Egitto, alla ricerca di se stesso e della sua "Leggenda Personale".
Impossibile scegliere in questo libro il brano a me più caro. Ogni parte mi ha emozionato, fatto pensare alla mia vita e, allo stesso tempo, fatto venire rimpianti e dato coraggio.
Tra i tanti ne ho scelti due, il primo dei quali è contenuto nel prologo ed è un dialogo tra le Oreadi, ninfe dei boschi, e il lago dove Narciso ha trovato la morte.
<<Io piango per Narciso, ma non mi ero mai accorto che fosse bello. Piango per Narciso, perché, tutte le volte che si sdraiava sulle mie sponde, io potevo vedere riflessa nel fondo dei suoi occhi la mia bellezza.>>

L'Alchimista è uno di quei libri che ho associato, inspiegabilmente, alle persone che amo. Durante il viaggio viene citato spesso il vento di Levante. Da bambina mio padre mi insegnava i nomi dei venti e disegnava per me, su un foglio, una rosa dei venti. Bellissima! La più bella rosa dei venti che io abbia mai visto. Probabilmente perché a disegnarla era il mio papà.
Oggi, nelle giornate in cui tutto sembra andar storto ripenso a quel disegno e sento il rumore del mare e il profumo del vento.
<< Ascolta il tuo cuore. Esso conosce tutte le cose.>>
Io lo faccio sempre.







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