“Pensò a quel silenzio perfetto”

Comprai questo libro appena lo vidi, senza pensarci su per più di qualche minuto. Attratta dal titolo, “ La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano, è diventato uno dei romanzi che ricordo con più piacere seppur non sia uno dei miei preferiti. La storia dei protagonisti lascia l’amaro in bocca ed è facile il confronto con le proprie esperienze
Una solitudine che entrambi avvertono ed una tristezza che li lega in tutte le vicende del romanzo.
Quella tristezza che si trasforma in delusione quando ti ritrovi di fronte a scelte sbagliate o a qualcosa che sarebbe potuto accadere e non è accaduto.
A tal proposito, ho scelto questa frase per la mia mattonella d’argilla:

“A ripensarci adesso si sentiva stupido, come ci si sente stupidi a pensare a tutto il tempo che sprechiamo desiderando di essere altrove.”


Questo romanzo inevitabilmente ti mette di fronte a degli interrogativi che avevi, più probabilmente, soltanto sepolto dentro di te.

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